La nostra Federica De Pasquale incontra il pensiero di Claudia Corinna Benedetti da sempre impegnata nell ‘affermare la voce dei diritti umani e concretamente attiva nel terzo settore .
La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'ONU il 17 dicembre 1999.
A distanza di quasi vent'anni le statistiche relative alla violenza di genere ed ai femminicidi nel nostro Paese non sono confortanti.
Cosa occorrerebbe fare secondo lei per invertire questa tendenza negativa considerando che le norme non mancano?
In tutti questi anni, dal 1999 , è la stessa recrudescenza del fenomeno che, di per sé, dimostra che non è con l'indire una "Giornata internazionale che si può addirittura "eliminare" la violenza contro le donne!
Alcuni dati per comprendere meglio la gravità del fenomeno:
- Dal 2000 ad oggi 3000 sono stati i casi di femminicidio.
- Dal 1 gennaio al 31 ottobre 2018, i femminicidi sono il 37,6% degli omicidi commessi in Italia, (34,8% nel 2017); il 79,2% sono familiari, il 70,2%
Dati che non bastano certo a determinare la portata del fenomeno; una statistica rispetto al vuoto sociale che si va a creare ogni volta che si esercita violenza.
Sta di fatto che oggi abbiamo una grande emergenza sociale che non possiamo certo risolvere indossando scarpe rosse, o installando panchine rosse, ecc.
Servono iniziative sostanziali, non di sola apparenza ed immagine! Anche i numerosi interventi legislativi, di tipo sia punitivo che preventivo, da soli, pur se pregevoli, purtroppo, ad oggi non stati e non saranno, sufficienti: - Leggi a carattere penale, volti a rafforzare l’effettività delle sanzioni; quelle specifiche anti-violenza; anti-stalking, frutto di una nuova sensibilità del legislatore verso i temi della violenza.
Anche la ratifica, nel 2013, della Convenzione di Istanbul, considerata il trattato internazionale di più ampia portata in materia, non è riuscita ad arginare il fenomeno così come la conversione in legge del decreto n. 93/2013 - L. 15 ottobre 2013, n. 119, che contiene le misure contro la violenza di genere.
Ritengo che, contestualmente, bisognerebbe far sì che il legislatore comprendesse, adottando i conseguenti indispensabili emendamenti che, in caso di femminocidio, non si possa continuare a garantire scriminanti, riduzioni di pene o l'istituto del patteggiamento!
Dovrebbero inoltre essere previsre adeguate garanzie per le "vittime collaterali". Inoltre è indispensabile al riguardo, che si affianchino interventi:
- di prevenzione del fenomeno che genera così tanta violenza, soprattutto verso le donne;
- sociali quali: sportelli di ascolto e di denuncia, presidi anti-violenza in ogni ambito territoriale, case-rifugio di accoglienza per donne maltrattate e attrezzate anche per accogliere i figli, linee telefoniche dedicate, assistenza gratuita con personale medico e paramedico specializzata.Le Associazioni, da sole, non potranno mai arginare un fenomeno di tale portata!
- di specifica mirata formazione, aggiornamento e sensibilizzazione agli addetti alle Forze dell'ordine preposte a ricevere le denunce;
- di concreto aiuto a chi è vittima di violenze, ed alle loro famiglie garantendo loro visite e controlli medico specialistico gratuiti
- Oggi infatti risulta che addirittura la vittima deve pagare il tiket per "visita di controllo post stupro" e che, dopo i primi giorni, le istituzioni "abbandonano" di fatto le famiglie al loro triste destino!
- Volti ad istituire più Centri antiviolenza ed istituzionalizzare, garantendone la gestione ed il sostentamento economici, quelli esistenti, stante le difficoltà in cui versano molti di essi, anch'io sono stati costretti a chiudere!
- culturali e formativi, nelle scuole di ogni ordine e grado, per sensibilizzare, fin dalla più tenera età, alla cultura del rispetto reciproco - iniziando da quello verso se stessi - e della valorizzazione delle differenze, al contrasto verso qualsiasi forma di discriminazione.
Diffondere la cultura di genere, combattere gli stereotipi, educare i giovani al concetto di parità e pari opportunità, far comprendere e condividere l'importanza del dialogo, che non può continuare ad essere lasciato agli sms, alle e-mail, ecc. Bisogna far comprende e condividere l'importanza del dialogo, del tornare a parlarsi, guardandosi direttamente negli occhi, per condividere problemi, preoccupazioni, paure ma anche gioie. Sarà al riguardo indispensabile l'esempio che la famiglia può e deve tornare dare! Le donne maltrattate non solo sono meno serene e produttive in casa e nei luoghi di lavoro; i minori, i figli assistono a scene di violenza che, se non adeguatamente seguiti, rischiano di condizionarne la normale crescita e sviluppo psico fisico, senza considerare le maggiori spese del SS. per cure mediche e servizi sanitari, oltre quelli sociali e legali.
In buona sostanza un sistema integrato di interventi che potrebbe essere simile al “metodo Scotland”, realizzato nel Regno Unito dal ministro Scotland, che a Londra è riuscita a ridurre il numero di femminicidi a 5, dai 49 all’anno!
Ma per far ciò sono necessarie risorse economiche adeguate che il nostro Paese, proprio nel rispetto del dettato Costituzionale e delle leggi, che esso stesso ha emanato, deve essere il primo a rispettare, mettendo a disposizione quanto necessario per invertire il fenomeno di una violenza che, generando sempre più insicurezza nei cittadini e nelle famiglie, rischia di minarne le fondamenta!
Claudia Corinna Benedetti
Ambasciatrice di Pace Universal Peace Federation