Il comitato scientifico del Mia Photo Fair ha selezionato 85 gallerie, quasi per un terzo provenienti dall’estero, più altri 50 espositori con progetti speciali per un totale di 135 espositori.
Tra queste gallerie c’è quella di Paola Colombari, da 35 anni con successo sul mercato, che espone Marilù S. Manzini che oltre ad essere scrittrice, nelle librerie con il suo quinto e ultimo libro “La Cura della Vergogna”, pittrice, scultrice, giornalista e regista di un film tratto da un suo noto libro, “Il Quaderno Nero dell’Amore”, è fotografa. La Manzini ha due foto d’impatto presenti al Mia Photo Fair intitolate: “Breathe” (respirare) e “The Autopsy of the Stars” (l’autopsia delle stelle).
Tra centinaia di foto, il “Corriere della Sera”, descrivendo questa importante manifestazione, ha scelto di pubblicare ed evidenziare la sua foto: “Breathe”. Marilù cosa vuole rappresentare in questo scatto? “E’ una fotografia ambientalista, si parla molto d’inquinamento perché siamo tutti asfissiati e la protagonista della foto non riesce neanche a fumare poiché deve servirsi della maschera antigas”.
E nell’altra? “Ho pensato alle morti dei personaggi famosi, ad esempio Marilyn Monroe, e ho notato che quando un corpo è su un tavolo settorio, uno è uguale all’altro, non c’è nessuna differenza perché la morte è uguale per tutti”.
La Manzini ha anche un’esposizione permanente di una sua foto al Museo Ebreo Ferramonti di Tarsia di Cosenza intitolata “Il Giorno della Shoah”.
L’arte della fotografia non è solo colpire con belle immagini lo spettatore, ma è anche trasmettere un significato profondo, che emozioni facendo riflettere…
In questo caso, la Manzini al Mia Photo Fair non lascia indifferente nemmeno il più “distratto” osservatore.