In questi giorni siamo tutti in apprensione per i dati del Covid 19 che tornano a peggiorare.
Come sacerdote, penso a tutti i problemi sanitari ma anche economici, sociali e psicologici che già abbiamo vissuto e che ora avranno ripercussioni più gravi.
Accanto a questa analisi, volevo aggiungere come vivo da parroco questi momenti così difficili.
Essendo faticoso incontrare le famiglie in casa e visto che le stesse attività parrocchiali sono ripensate a vantaggio del luogo più sicuro quale la Chiesa o le strutture più capienti, anche il mio ministero sta subendo una trasformazione.
Prima uscivo maggiormente a incontrare le persone o vivere varie attività pastorali, mentre ora sento la necessità di dare un tempo più congruo allo studio della Parola di Dio e del magistero della Chiesa, più spazio alla preghiera, puntare ad una maggiore preparazione dell’omelia festiva, curare in misura più assidua la direzione spirituale, rimettendo al centro l’essenza del nostro essere preti.
In particolare, cresce la voglia di pregare gli uni per gli altri, comprendendo quanto la preghiera possa aiutarci in questo periodo.
Sicuramente dispiace non vivere il calore di un abbraccio, non poterci incontrare nelle case, non stringere la mano alle persone come facevo sempre al termine della Messa, però in questi momenti di crisi dobbiamo riscoprire le cose essenziali.
Con la certezza che proprio attraverso la fede possiamo realizzare il percorso che il Papa ci ha suggerito.
Nessuno si salva da solo perché siamo tutti sulla stessa barca!
don Luigi Trapelli