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Torna negli spazi della Fondazione Memmo l’ottava edizione di Conversation Piece, Pezzi di Conversazione, a cura di Marcello Smarrelli.
Dall’idea del film Viscontiano, Gruppo di Famiglia in un Interno, tradotto all’ estero con il titolo dell’evento artistico, Smarrelli, trae un confronto tra generazioni, tra amore e odio, tra antico e moderno. La mostra, quindi, oltre a rappresentare un occasione di dialogo con Roma, gli artisti sono stranieri legati in qualche modo alla capitale, si offre appunto come momento di discussione tra personalità differenti.
Il titolo di questa ottava edizione, aperta al pubblico in via della Fontanella Borghese, accanto al fluorescente albero di Natale voluto da Fendi, è Notte Oscura e si ispira ad uno degli scritti di Giovanni della Croce, santo e mistico cinquecentesco considerato uno dei più importanti poeti spagnoli.
Notte Oscura dell’Anima è la poesia che racconta l’esperienza personale del Della Croce, un’esperienza in cui l’oscurità diventa la metafora delle avversità e degli ostacoli che si incontrano nel distaccarsi dai legami del mondo per raggiungere la luce.
Questa stessa metafora secondo Smarrelli è legata a Roma, città di luce e splendore dalla bellezza maestosa delle sue architetture ma anche città delle tenebre in cui versano le catacombe e le rovine che rimandano ad un’immagine oscura e segreta. Attraverso le opere degli artisti invitati, la mostra di quest’anno si prefigge lo scopo di presentare diversi modi di concepire la notte, in primis come fattore di ispirazione e creatività contrapposta all’illuminazione spesso simbolo di fuochi che agitano la contemporaneità.
Per tutto il periodo e cioè fino al prossimo 26 marzo, Miltos Manetas, uno dei tre artisti in mostra, sarà presente mentre dipinge in una “live performance” una chiesa del futuro, una chiesa legata al dopo “Evento”.
L’Evento è ciò che accadrà con la distruzione del pianeta e dopo che tutto sarà distrutto, solo pochi esseri umani potranno sopravvivere come i trilionari che parrebbe si stiano già organizzando. Solo allora Gesù tornerà a fare miracoli e l’artista li annuncia attraverso dei disegni riportati su parete ma realizzati via smartphone da una Intelligenza Artificiale.
La francese Pauline Curnier Jardin , ex borsista dell’Accademia di Francia a Roma, realizza un ambiente utilizzando materiali diversi come la ceramica di Faenza e la cera. Le piastrelle a sfondo nero riportano immagini realizzate con colori lunari e iridescenti e raccontano il femminile rappresentato appunto dalla luna che è contrapposta al sole. L’artista si rifà precisamente alla storia delle donne in guerra che rischiano la vita pur di raccogliere le macerie che serviranno alla ricostruzione dei siti bombardati. Il collegamento con l’installazione delle candele sta nel supporto dei grandi ceri accesi che rimanda ai carrelli utilizzati sulle rotaie dei treni per caricare detriti e macerie.
Diverso l’intervento dell’artista rumeno Victor Man il quale per l’evento ha selezionato una serie di opere realizzate in precedenza ma che hanno come comune denominatore l’oscurità. Al di là dei soggetti diversi su cui l’artista decide di soffermarsi, le opere in mostra contribuiscono a creare un’ambientazione contemplativa e misteriosa in cui è la pittura, con la sua irriducibile presenza ,ad illuminare lo spazio.
Situata nel cuore dello shopping natalizio, via della Fontanella Borghese 56/b, la fondazione Memmo è pronta ad accogliere il visitatore che abbia voglia di tuffarsi nell’arte contemporanea, tutti i giorni tranne il martedì dalle 11 alle 18, magari per conversare con l’artista greco Manetas intento, con la sua pittura effimera e leggera, a dare vita ad uno dei suoi studi fluttuanti assecondando il proprio impulso creativo da lui definito “calcolo esistenziale”.
