Il teatro è sempre uno spettacolo affascinante , non importa se chi calca le scene lo fa attraverso la musica, il ballo o la recitazione.
Ci sono spettacoli belli e quelli meno belli, di certo il performer o l’attore in generale è colui che può fare una grande differenza. Silvio Orlando, in scena al teatro Quirino di Roma fino al prossimo 30 ottobre, è proprio un attore in grado di offrire un bello spettacolo anche quando è sul palco da solo.
Nel caso del monologo LA VITA DAVANTI A SÉ, tratto dal romanzo di Romain Gary, Orlando non è propriamente solo ma è accompagnato dall’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre, una coprotagonista musicale che ben decora con note cristalline e coinvolgenti tutta la messa in scena.
Lo stesso Orlando offre un’interpretazione talmente romantica ed emozionante del bambino protagonista del libro, Momó di dieci anni, che ci sembra di essere lì con lui nel quartiere multietnico di Belville, nell’appartamento di Madame Rosa, ex prostituta che si inventa babysitter per le colleghe più giovani ancora in attività.
La capacità attoriale di un uomo di mezza età di immedesimarsi in un bambino è straordinaria e commovente. Il ritmo è incalzante, il dramma e l’ironia si inseguono senza respiro proprio come nel racconto concitato di un infante che condivide gli episodi che gli sono accaduti e continuano ad accompagnare la sua esistenza innocente in un ambiente dove cultura, religione e stili di vita diversi convivono.
Il mondo di Momo, attraverso il racconto di Silvio Orlando, ci appare piccolo, claustrofobico, a volte addirittura privo di ossigeno ma altrettanto sorprendente e poetico come spesso accade quando è visto attraverso gli occhi di un bambino. È proprio grazie al suo mestiere di attore che Orlando catapulta lo spettatore nell’esistenza difficile di un essere umano che già in tenera età viene travolto, suo malgrado, dagli eventi traumatici dell’ambiente in cui vive. Ed è infatti solamente nel disperato abbraccio con Madame Rosa che Momó trova sollievo contro tutto, contro tutti e soprattutto cerca di distinguersi dalla massa indistinta e angosciante che popola i flussi migratori che tanto temiamo in Europa.
La recitazione del testo, inframmezzata dagli interventi musicali dell’Orchestra Terra Madre a cui Silvio Orlando si unisce alla fine anche lui suonando il flauto traverso, LA VITA DAVANTI A SÈ ci ricorda che qualunque cosa ci accada: “bisogna voler bene”.
di Roberta Beta