Secondo tema della trilogia firmata dal drammaturgo francese Florian Zeller, The Son, con The Father e The Mother, racconta un tema famigliare molto attuale.
Nello specifico, Zeller, con questa trasposizione cinematografica, indaga il rapporto genitori e figli, un rapporto che è sempre complicato e lo è da sempre, nonostante ogni genitore reagisca al comportamento dei suoi eredi in maniera differente. Soprattutto nel periodo dell’adolescenza l’attrito diventa maggiore, in alcuni casi ingestibile, e allora sono numerose le domande che un genitore si fa. In questo film, che inneggia all’Oscar per Hugh Jackman ma dove sinceramente io trovo incredibile l’interpretazione di Laura Dern, in alcuni frangenti l’attrice mi riporta alla Meryl Streep di Kramer Vs. Kramer, ci sono tante domande per tutti i genitori, sia quelli in essere che quelli in fieri.
La presenza di sir Anthony Hopkins nelle vesti del patriarca freddo ed irremovibile, molto diverso dal protagonista della prima opera dello stesso regista, aggiunge ancora maggior lustro ad un film decisamente ragguardevole.
Insomma The Son va visto perché fa discutere: è il classico film da vedere in gruppo, come si faceva una volta. Andateci numerosi perché vi ritroverete in alcune decisioni da prendere : forse litigherete voi stessi, se siete parte di una coppia, sul come vi sareste comportati nelle vesti dei due protagonisti! Il film è indubbiamente drammatico, tira fuori dal profondo dell’anima pensieri repressi, mette tutti i protagonisti di fronte a se stessi e forse l’unica a salvarsi stavolta è la mamma tradita, anzi no.
Secondo chi scrive, alla fine non si salverà nemmeno lei, vittima di una scelta che le costerà un prezzo così alto da non essere nemmeno raffigurato dall’autore regista Zeller il quale con la prima opera delle trilogia, The Father, si è già aggiudicato l’ Oscar nel 2020.
Ovviamente non sono qui a rivelare alcunché dato che sull’ epilogo c’è qualche sorpresa ben congegnata che lascerà senza respiro la platea.
Siate pronti, quindi, ad affrontare la dura verità.
È possibile reiterare inconsciamente il comportamento dei genitori con i propri figli? Quali sono le conseguenze dell’incapacità ad imparare dagli errori altrui? Di chi è la colpa se i figli finiscono in radure oscure dalle quali non riescono ad uscire? E i genitori, sono i grado di riportarli su una strada illuminata?
La visione è consigliata a colpi di tre generazioni alla volta, per chi se lo può ancora permettere, i nonni, i genitori e i figli tardo adolescenti: il confronto in questo caso è più interessante che mai.
In uscita il 9 febbraio in sala.