La diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma si è aperta con la proiezione del film IL COLIBRÌ, tratto dall’omonimo romanzo, premio Strega 2020, di Sandro Veronesi e diretto da Francesca Archibugi.
Il tema è quello della famiglia e di ciò che comporta: Il rapporto tra madre e padre, tra fratelli e una serie di episodi drammatici e coincidenze fatali nei quali si rischia di incappare in una vita. Tutta la storia ruota intorno all’esistenza di Marco, interpretato dal solito bravo Francesco Favino, detto Il Colibrì a causa dei problemi legati alla sua crescita ridotta rispetto a quella dei bambini della sua età.
Il luogo dove si snoda un intero percorso di vita è la casa al mare, teatro di amori genitoriali, adolescenziali e conflitti di classe tra due famiglie. Il tempo va dagli Anni Settanta al presente. Un tempo in cui la forza ancestrale della vita ci aiuta a sostenere la strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile.
Ancora una volta al cinema possiamo confrontarci con le nostre esistenze, condividere i sentimenti dei protagonisti e lasciare spazio alle emozioni che ci suscitano in uno scambio di sensazioni che fanno parte della vita di tutti noi. Davanti alla storia di Marco e di Luisa, in età adulta interpretata da Berenice Bejo, l’amore travagliato della sua esistenza, mai consumato ma sempre presente fino alla fine; quella di Marco con Marina, la moglie disagiata interpretata da Kasia Smutniak; quella di Marco con la figlia prima, una Benedetta Porcaroli sempre più presente nel panorama cinematografico attuale, e con la nipotina poi, tutti abbiamo la possibilità di riconoscere le vicende umane che ci appartengono, che ci affliggono ma che anche ci regalano momenti di serenità.
Tutti noi in fondo siamo in movimento costante, “incessante”, proprio per poter rimanere saldi e quando questo non avviene ci ritroviamo a fare il possibile per trovare il punto d’arresto della caduta perché sopravvivere, come scrive Veronesi, non significhi vivere di meno.
Il Colibrì, già sugli schermi italiani, è un film da vedere in sala, per immergersi, senza annegare, in una storia che possiamo confrontare con la nostra ma che allo stesso tempo ci allontana per qualche tempo da essa, distraendoci dalle beghe quotidiane presi come siamo a commuoverci per quelle dei protagonisti.