Nei decreti governativi – per quanto riguarda gli affitti o aiuti economici – per le associazioni culturali, che gestiscono teatri e luoghi di formazione, non è previsto NULLA!
La stragrande maggioranza dei teatri, o dei luoghi di aggregazione sono di piccola o media dimensione e – pur svolgendo un lavoro di qualità fondamentale in diversi territori – hanno un numero di spettatori partecipanti agli eventi ristretto e modesto. Quindi, per sostenere affitti e utenze, contano ogni mese sulle quote degli iscritti.
Le attività sono, naturalmente, ferme. I COSTI CORRONO.
Questo è il caso del Teatro Porta Portese che, in considerazione dell’alto canone di affitto (con un privato), rischia, non avendo entrate per sostenere le spese, di cessare le proprie attività (spettacoli, accademie teatrali, laboratori musicali, presentazione di libri, mostre, proiezioni, libreria a disposizione del pubblico).
Se non si aiutano, oggi, realtà come il Teatro Porta Portese aumenterà la desertificazione urbana alla quale già assistiamo (sia nelle periferie sia nel centro delle città).
Lanciamo questa raccolta fondi a offerta libera, per riuscire a coprire i costi di affitti, utenze e altre spese relative al mantenimento e al rilancio dell’attività, compresa la necessaria sanificazione dei locali.
La Cultura può e deve essere un comparto sul quale puntare per portare i cittadini del nostro Paese fuori dalla paura post virus; rigenerare il senso di comunità, stimolare l’esigenza di conoscenza e fruizione dell’immenso patrimonio culturale dell’Italia; favorire opportunità economiche ed occupazionali in un settore che crea ricchezza e comunità; attivare nuove opportunità di coesione e di partecipazione sociale, essere volano economico. Avviare – attraverso la cultura – un vero Rinascimento del nostro Paese!.
AIUTATECI ADESSO A PENSARE A DOMANI!
SALVIAMO IL TEATRO PORTA PORTESE!
IBAN ASSOCIAZIONE GRUPPO TEATRO ESSERE
IT09C0200805061000105878780
Nota a margine di Alma Manera
Tonino Tosto direttore artistico del Teatro Porta Portese insieme a diversi collaboratori come Titti Cerrone,chiedono con forza di non abbandonare il settore delle arti dello spettacolo ed in particolare il loro Teatro cuore di un quartiere importante e popolare di una Roma già ammaccata.La crisi del nostro comparto e le fragilità sono precedenti a questo stato straordinario dovuto all’emergenza sanitaria,causata dal Covid-19 e questo comporta l’impossibilità di lavorare,generando ora più che mai un effetto domino di perdite reali.L’esempio del teatro Porta Portese corrisponde e si specchia in numerose altre le realtà.La richiesta di aiuto è legittima ed il primo referente che ha il dovere di rispondere è lo Stato,il governo che in questo momento è responsabile,insieme a tutti coloro che sono deputati a rappresentarci in parlamento.
di Alma Manera