#BACHECAPOSITIVA

Rossini e Verdi, contemplatori del silenzio di Maria. Il cuore della Madonna, sotto la Croce. Quando i “battiti” divengono “battiture” d’orchestra.

MaterDolorosa Tiziano2Esiste un silenzio che è assenza di suono. Ed esiste un silenzio che invece parla, e parlando, racconta. E’ il silenzio di Maria. La donna che ha portato in grembo Cristo, e che l’ha accompagnato fino alla Croce. La figura della Madonna, lo sappiamo, è legata sempre a un’aurea di mistero, seppur sia ben presente in tutti noi, la sua figura materna, di donna “semplice”, di ogni giorno. I giorni di questo mese – maggio – sono densi della sua presenza, umile e grandiosa: è l’ossimoro del suo mistero.

E, nella contemplazione di questo, sono entrati diversi compositori, artisti, e poeti. Sappiamo bene che come iniziatore di questo corollario, troviamo Jacopone da Todi, con la sua mirabile composizione poetica dello “Stabat Mater”. Poi sono venuti i musicisti, con le loro note, con le loro “pause” su pentagramma, trasformando i battiti del cuore di Maria, in “battute musicali”. Il percorso storico-musicale è variopinto, ad iniziare dal Medioevo, con Giovanni Pierluigi da Palestrina, per poi passare al Barocco (Scarlatti, Vivaldi, Pergolesi), fino a giungere al secolo passato, il ‘900, con Perosi, e Poulenc. Nel mezzo, carico di intensità, si erge il Romanticismo, donandoci due importanti versioni, composte da due monumenti dell’Opera italiana: Rossini e Verdi.

Personalità diverse, itinerari differenti, quelli che hanno condotto i due illustri musicisti, verso il Sacro, o se vogliamo – più poeticamente – a volgere lo sguardo verso il Cielo. Un Cielo stellato, contemplato dal rossiniano Mosè nel “Moise et pharaon”, quando sommessamente prega “Dal tuo stellato soglio, / Signor, ti volgi a noi! / Pietà dei figli tuoi!”.

#CORRIPERUNSOGNO

Nadège in primo piano Una staffetta solidale da 42 km per #corriperunsogno. Domenica 7 aprile i runner solidali correranno nel nome di Make-A-Wish® Italia Onlus, Onlus con sede a Genova che dal 2004 opera su tutto il territorio nazionale per realizzare i desideri di bambini e ragazzi affetti da gravi patologie, partecipando alla nuova edizione della Milano Marathon. Con loro, prontissimi allo scatto più veloce, i corridori suddivisi in team, ciascuno composto da 4 persone, tutti ai nastri di partenza per sostenere la causa dell’associazione e correre ciascuno 10 Km della staffetta a squadre.

Appuntamento alle ore 9.00 in Corso Venezia per iniziare la maratona con un obiettivo ben preciso: contribuire alla realizzazione dei desideri del cuore di bambini gravemente malati. E tra questi, Marcus, 11 anni, affetto da leucemia, che sta affrontando il difficile protocollo terapeutico per curare la malattia di cui soffre: il suo sogno, da grande appassionato di tennis, è quello di trascorrere qualche giorno alla famosa Accademia di Nadal.

Stefano Ciallella: quando lo sport diventa una missione!

PHOTO 2019 03 28 15 13 39La preparazione atletica, il talento sportivo ed una grande sensibilità contraddistinguono Stefano Ciallella,la sua carriera sportiva continua come coach di atleti paralimpici, è stato proprio lui ad accompagnare molti di loro come preparatore atletico delle fiamme Azzurre alle paralimpiadi.
Stefano tiene molto a presentarci Agnese Zandoli regalandoci una  foto che li ritrae in gara legati da quel cordoncino che ha portato nel 2018 Agnese  (Atleta non vedente), alla vittoria dei campionati italiani sui 400 metri.

La tua vita da sempre dedicata allo sport; da dove nasce questa passione che poi si è trasformata in professione?

Ho fatto sport sin da piccolo, mi piaceva soprattutto correre. Con i i miei amici giocavamo per strada, tanti giochi diversi: quello era soprattutto lo sport che praticavo.

Sei stato un campione azzurro nel mezzofondo come mai hai scelto questa disciplina?

Sono rimasto molto colpito dal film “Un ragazzo di Calabria”, anche perché mia mamma era di origini calabresi. Mi sono ispirato al protagonista del film, Francesco Panetta che ha regalato tante soddisfazioni all’Italia nella sua carriera.

MARILU’ S. MANZINI ESPONE AL MIA PHOTO FAIR: dal 22 al 25 marzo a Milano.

BreatheIl comitato scientifico del Mia Photo Fair ha selezionato 85 gallerie, quasi per un terzo provenienti dall’estero, più altri 50 espositori con progetti speciali per un totale di 135 espositori.  

Tra queste gallerie c’è quella di Paola Colombari, da 35 anni con successo sul mercato, che espone Marilù S. Manzini che oltre ad essere scrittrice, nelle librerie con il suo quinto e ultimo libro “La Cura della Vergogna”, pittrice, scultrice, giornalista e regista di un film tratto da un suo noto libro, “Il Quaderno Nero dell’Amore”, è fotografa. La Manzini ha due foto d’impatto presenti al Mia Photo Fair intitolate: “Breathe” (respirare) e “The  Autopsy of the Stars” (l’autopsia delle stelle).

Tra centinaia di foto, il “Corriere della Sera”, descrivendo questa importante manifestazione, ha scelto di pubblicare ed evidenziare la sua foto: “Breathe”. Marilù cosa vuole rappresentare in questo scatto? “E’ una fotografia ambientalista, si parla molto d’inquinamento perché siamo tutti asfissiati e la protagonista della foto non riesce neanche a fumare poiché deve servirsi della maschera antigas”.

E nell’altra? “Ho pensato alle morti dei personaggi famosi, ad esempio Marilyn Monroe, e ho notato che quando un corpo è su un tavolo settorio, uno è uguale all’altro, non c’è nessuna differenza perché la morte è uguale per tutti”.

La Manzini ha anche un’esposizione permanente di una sua foto al Museo Ebreo Ferramonti di Tarsia di Cosenza intitolata “Il Giorno della Shoah”.

La natura supera la fantasia

9279718 3596840 conlogoPaolo  Palamara, reggino, amico di vecchia data, imprenditore agricolo che gestisce la sua azienda in Calabria  dopo aver recuperato antichi terreni di famiglia. Si divide tra il mondo del volontariato e quello della crescita personale, è co-founder del  Team Agricoaching.

Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, ma senza alcuna motivazione , intraprende un percorso travagliato, da lì comincia la consapevolezza di come le scelte possano influenzare e determinare il percorso della propria vita. Comunque porta a termine i suoi studi, anche se la scelta fosse stata dovuta più che voluta.

Durante questo percorso, in una giornata del tutto casuale, si ricorda che da piccolo si recava in campagna con la sua famiglia. Era un giorno molto freddo quando decide di tornarci e, lì dove ci sono dei terreni per lo più abbandonati, da dentro un piccolo casale, apre una finestra e vede una collina con uliveti; in quel preciso istante dentro di sé nasce l’idea di rimettere tutto a  posto. Ed è qui che nasce il sogno. Venendo dal mondo del volontariato dove era sempre pronto e proteso verso il prossimo, nasce adesso l’esigenza di fare qualcosa anche per sé, qualcosa che lo faccia star bene e che lo riscatti. Inizialmente , senza mezzi o strumenti, comincia pian piano a costruire qualcosa e quel sogno si realizza. Oggi quel sogno continua a vivere in costante fase di evoluzione e sperimentazione, cambiamenti che cercano con creatività di superare la crisi, gli ostacoli e le difficoltà. Essere creativi è il mezzo per portare delle novità.